Banca e moneta

Brevi cenni sulla nascita di moneta e banca.

L'attività bancaria si compenetra a tal punto con le normali attività della nostra vita quotidiana da indurci a pensare che le banche siano senza dubbio state tra i primissimi ritrovati della nostra civiltà. Con un certo margine di convinzione possiamo effettivamente affermare che da quando il baratto è scomparso e gli scambi commerciali hanno utilizzato come tramite la moneta (sia nella forma primordiale di metallo prezioso sia cartacea) c'è sempre stato che aveva ha disposizione molta moneta e chi non ne aveva a sufficienza per determinati affari o impegni; pertanto è sempre esistito che, avendone abbastanza, ne ha prestato contro pagamento di un prezzo e chi, avendone peraltro intuito la fonte di lucro, lo ha preso a prestito per prestarlo a sua volta, guadagnandone la differenza di prezzo.

La banca ha avuto anche la funzione di emettere la stessa moneta. In verità questa di coniare moneta è stata storicamente una prerogativa del sovrano il quale però, abusandone, l'ha perduta nel tempo a causa della progressiva perdita di fiducia da parte dei suoi sudditi. Così intorno al 15° secolo, la funzione di coniare moneta si è parcellizzata e diffusa: è facile immaginare come il ricco ed influente commerciante, che vendeva la sua merce a credito tramite la cambiale, ha visto quest'ultima trasformarsi da "titolo di credito tra le parti" in "surrogato monetario", divenendo mezzo di pagamento circolante tra persone diverse da coloro che l'hanno posta per primi in circolazione. Al fondamento della circolazione della cambiale come strumento di pagamento c’è, ovviamente, la certezza (o comunque la fondata probabilità) della solvibilità dell’emittente di quella cambiale, a fronte della quale si è disposti a far circolare fino alla scadenza quel titolo prima di esigerne il pagamento in metallo prezioso. Ovviamente l'emittente della cambiale gode di quella fiducia entro i limiti di un'area geografica estesa proporzionalmente all’estensione della sia credibilità. Oltre quei limiti territoriali si assiste alla circolazione di cambiali, come surrogato monetario, solo se emesse da altro noto operatore solvibile. Così si verificò un processo di sfoltimento selettivo in cui si affermarono come moneta solo le cambiali di soggetti emittenti notoriamente solvibili per una grande area geografica: nacque in tal modo la "banca di emissione". Fino all'avvento dell'euro la Banca d'Italia è stata l'erede di una serie di passaggi selettivi e di trasformazioni originati da quella realtà in nuce, giacché lo Stato, il sovrano, a cui era stata gradualmente tolta la fiducia nella creazione di moneta, affermandosi la banca di emissione, se ne appropriò, tornando in possesso della esclusiva facoltà di coniazione.


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