E’ ancora possibile, anzi è sempre più opportuno, recuperare dalle banche gli interesse corrisposti loro illegittimamente

Nella storia del contenzioso bancario degli ultimi 20 anni (prima il contenzioso bancario era costituito esclusivamente dai decreti ingiuntivi che le banche notificavano ai debitori insolventi, con l’esito dei giudizi scontato a favore delle banche), il principale argomento di contestazione è stato il cd. Anatocismo, ossia la pratica delle banche di addebitare gli interessi sui conti correnti ogni tre mesi, con la conseguenza di trasformare tali interessi in capitale a loro volta produttivi di interessi: questa prassi era del tutto illegittima ed ogni volta che è stata sollevata l’esito era scontato, ma questa volta a favore dei correntisti. Durante l’attività di consulenza ai clienti per sostenerli dal punto di vista tecnico nella contestazione di questa pratica illegittima, il pensiero e la domanda costante era: perché solo in pochi si solo avvalsi di questo “diritto” alla restituzione del maltolto? Milioni di conti correnti per decenni sono stati afflitti da questo malanno, da una prassi che ha drenato letteralmente centinaia di milioni di euro alle imprese, ai correntisti, all’economia, riempiendo i forzieri della banche. La risposta alla domanda è venuta con il maturare dell’esperienza ed era una risposta molteplice:
- Paura della banca: se cerco di far valere un mio diritto a non farmi mettere le mani nelle tasche, la banca mi revoca il fido? E dove trovo le risorse per chiudere lo scoperto del conto…
- Paura del sistema bancario: se faccio causa ad una banca per farmi restituire ciò che mi hanno sottratto, tutte le banche lo sapranno (tra loro si parlano…) e non avrò più spazio per la richiesta di risorse per i miei investimenti e le mie necessità finanziarie…
- Paura del sistema di potere: figuriamoci se le banche si fanno mettere sotto scacco dai clienti!! Sono una lobby di potere e vicina al potere, non è possibile combatterle e vincerle…
- Ignoranza del problema: in realtà i correntisti, privi totalmente di cultura finanziaria, succubi culturalmente della parola “evangelica” del bancario, non avevano la minima contezza della prassi illegittima adottata dalle banche, davano per scontato che il loro comportamento era rispettoso della normativa: gli unici che potevano essere in grado di aprire loro gli occhi, erano i professionisti che avrebbero dovuto curare tutti gli aspetti fiscali, finanziari e patrimoniali dei loro clienti, i commercialisti: ma questi erano e sono troppo occupati a redigere bilanci e compilare la dichiarazione dei redditi.
Così, con questo retaggio economico-culturale, gran parte dei correntisti affidati dalle banche, titolari di apertura di credito, non riuscendo a farsi una ragione della affannosa, costosissima ed onerosa gestione dei fidi, privi di un sostegno informativo, hanno sopportato stoicamente: solo una piccola parte di loro ha avuto coraggio ed occasione di chiedere la restituzione del maltolto, riuscendo sempre ad ottenerla, quando ne sussistevano le condizioni.
Ancora oggi, ed a maggior ragione oggi, analizzando correttamente l’andamento dei conti correnti, è possibile ottenere dalle banche la restituzione di quanto illegittimamente addebitato a titolo di interessi e competenze varie.